“La verità e altre bugie”, Sascha Arango, Marsilio Ed
2015
Traduzione di Alessandra Petrelli
pp. 256
Questa è la storia di un bugiardo: non un bugiardo qualsiasi, badate bene! Il bugiardo in questione è un professionista della menzogna, un mentitore in carriera, un costruttore di frottole gigantesche e perfettamente congegnate. Per di più, è uno scrittore famosissimo che da anni non sbaglia un libro: è, insomma, un uomo di grande successo. Henry Hayden (e attenzione a quella che certamente non è una coincidenza: il cognome del personaggio ha una suggestiva assonanza col verbo inglese to hide, nascondere, e hidden, nascosto…), mezza età portata benissimo, eleganza innata nei modi e nelle parole, adorato dalle folle e soprattutto dalle donne – che vanno in pellegrinaggio nei luoghi dove vive nella speranza di riuscire a vederlo anche solo da lontano – Henry, dicevo, pur non mancando una Fiera del Libro, o un incontro col pubblico, o un’apparizione televisiva, conduce in una splendida e grande dimora di campagna una vita schiva con la consorte, la silenziosa, sinestesica e innamorata Martha.
Tutto perfetto, ma tutto fasullo: eh sì, perché (lo rivelo solo in quanto l’informazione viene data al lettore già all’inizio del libro) il nostro buon Henry tradisce la moglie con la sua editor, l’affascinante e bellissima Betty dalla quale, scopriamo nelle prime righe del romanzo, ora aspetta anche un figlio. Comincia da qui il percorso del lettore nella mente contorta di un uomo anaffettivo, che da sempre nuota nelle menzogne sulle quali ha costruito una identità che non gli appartiene: Hayden, infatti, non è nemmeno uno scrittore. I best sellers portano la sua firma, ma a scriverli è Martha: eppure questo è il male minore, visto che ….
Ditemi la verità: siete già scivolati nella storia che con notevole bravura l’esordiente Sascha Arango ha pubblicato sotto il titolo di “La verità e altre bugie” (Marsilio Ed). E pensate che a scrivere questo piccolo tracciato della trama sono stata solo io: quando leggerete la prosa svelta e scaltra di Sascha Arango finirete avviluppati nell’intrico e nell’intrigo che il protagonista confezionerà, con conseguenze sempre imprevedibili.
Un noir intelligente, pieno di colpi di scena e trovate geniali, in cui, pur sapendo fin da subito chi sia il cattivo, non solo non riusciremo ad anticiparne le mosse, ma magari finiremo col trovarlo persino simpatico: pochissimo raccomandabile, certamente, ma simpatico.
“La verità e altre bugie” è uscito da alcuni mesi, ma solo ora riesco a consigliarvene la lettura: ma per fortuna i libri, specie quelli belli, non hanno data di scadenza! Il romanzo ha avuto uno straordinario e immediato successo in tutto il mondo e Hollywood si è addirittura assicurata i diritti cinematografici di un’opera destinata a diventare un classico del genere.
Il finale lascia intendere che ci sarà un seguito al quale, infatti, l’Autore sta lavorando: il compito è arduo, visto che “La verità e altre bugie” è stato un esordio col botto, non facile da eguagliare. Però Sascha Arango, tedesco di origine colombiana, a detta di qualcuno simile per l’intelligenza finissima al suo protagonista, ha tutte le carte in regola per riuscirci: in Germania è infatti il pluripremiato sceneggiatore di una amatissima serie televisiva “ad alta tensione”.
Aspettiamo con ansia: nel frattempo ho parlato di lui e del suo libro con Francesca Varotto, Editor della narrativa straniera per Marsilio Editore.
L’Autore:
Sascha Arango, madre tedesca e padre colombiano, è tra i più noti sceneggiatori in Germania, premiato più volte con il prestigioso Grimme-Preis.
La verità e altre bugie, esordio fra i più sorprendenti, è stato oggetto di aste accesissime tra gli editori nel mondo : venduto in 22 paesi, ha conquistato anche Hollywood, che presto ne farà la riduzione cinematografica.
Ecco l’intervista a Francesca Varotto, il cui sonoro trovate in alto, nella sezione audio di questa pagina.
Canzone consigliata: “Bugiardo”, di Fabri Fibra
Giancarla: Finalmente riesco a parlare di questo libro, al quale tenevo moltissimo. Diciamo qualcosa della trama?
Francesca Varotto: Intanto va detto che si tratta di un romanzo di esordio. Sascha Arango è un Autore che scrive in tedesco e vive in Germania da moltissimo tempo, però è di padre colombiano e madre tedesca. Lui ha sempre sostenuto che la doppia provenienza dei genitori ha molto influenzato il suo modo di scrivere: da una parte l’aspetto più concreto della scrittura, dall’altra un po’ più di realismo magico. Questo libro è uscito all’incirca un anno fa e ha per protagonista un moderno “Mister Ripley” (ma a me ricorda molto il Chris Wilton di Match Point di Woody Allen); è Henry Hayden un uomo di quarantaquattro anni, sposato da sei con Martha, che gli è molto fedele e lo ama moltissimo ma che lui, invece, tradisce regolarmente. Henry Hayden è un uomo che ha grande successo, perché è autore di best sellers mondiali, libri gialli che vengono tradotti in venti lingue e vendono milioni di copie: i suoi libri, anzi, hanno salvato la Casa Editrice che li pubblica. Henry è molto affascinante e le donne lo adorano, è molto ricco e vive in un luogo meraviglioso, che non viene precisato ma è sul mare (potrebbe essere nella Francia settentrionale):… però ha un passato pieno di ombre, è anaffettivo, per certi aspetti è addirittura un sociopatico che vive seguendo l’istinto, aiutato dal “caso”. Infatti, il Caso è forse il tema fondamentale di questo romanzo: è la “famosa” pallina che sfiora il nastro e può cadere da una parte o dall’altra, facendo così vincere o perdere la partita. E… Non si può raccontare la trama, perché è veramente tutta una serie di doppi giochi sino alla fine, ma si può dire che il libro si apre con una bellissima pagina, in cui una ecografia rivela ad Henry che diventerà padre: però scopriamo subito che la madre non è sua moglie Martha, ma è il suo affascinante editor Betty, con cui Hayden da parecchio tempo intrattiene una relazione… E ci fermiamo qui…
G.: … D’accordo, anche perché potremmo definire questo, che è un noir, anche un giallo “alla tenente Colombo”: noi sappiamo da subito chi sia il cattivo, eppure lui riesce a stupirci, a spiazzarci; siamo nei pensieri di questo cattivo eppure, malgrado ne seguiamo tutti i percorsi, come i personaggi del libro veniamo a nostra volta manipolati … Il che mi dice che lo scrittore deve essere un uomo di intelligenza straordinaria, fuori dal comune. Questo è un romanzo di esordio: ma qual è la professione dell’Autore?
F.V.: Arango è uno sceneggiatore fra i più noti in Germania: ha scritto moltissimi episodi di una serie televisiva, che va in onda da anni e si chiama Tatort, una specie di reality della Polizia (vengono seguiti i poliziotti dei distretti della Polizia di varie città della Germania, anche se i casi sono ovviamente finti). Sascha Arango ha scritto molte sceneggiature per varie altre serie televisive, sempre con un po’ di suspence, di crime, ma è la prima volta che scrive un romanzo, che però è anche molto cinematografico: e infatti c’è stata un’asta molto accesa per l’acquisizione dei diritti e ci sarà un film di produzione americana. Ma questo è anche un romanzo breve e cambia scena continuamente: è molto visivo e spiazza, come diceva lei.
G.: Secondo me, si capisce anche il divertimento dell’Autore che conduce il racconto come fosse su una strada tutta a curve secche, perché quando pensiamo che la situazione sia oramai più o meno definita arriva il colpo di scena. Mi incuriosisce l’atteggiamento dell’Autore nei confronti del protagonista. Alcune critiche dicono che il protagonista rappresenti il Male così come è in questi tempi, eppure mi sembra che Sascha Arango sia quasi indulgente nei suoi confronti: lei che ne pensa?
F.V.: E’ sicuramente indulgente, nel senso che Henry Hayden non è antipatico (anzi, il lettore fa il tifo per lui), esattamente come a me è accaduto in Match point: sappiamo chi è il cattivo e quante ne sta combinando, eppure facciamo il tifo per lui. Quello che crea la suspence in questo racconto, la sensazione di spiazzamento, è proprio il fatto che noi ci aspettiamo che accada quel qualcosa che viene annunciato (perché siamo nella testa di Henry e conosciamo le sue decisioni), ma poi avviene esattamente il contrario: questo crea una forte tensione sino alla fine, perchè sino alla fine ci aspettiamo che sia fatta giustizia ma… non è così semplice, mettiamola così…! E’ come se il Male fosse parte naturale dell’esistenza. Quando Henry fa qualcosa di buono lo fa per caso, come è sempre per caso che fa qualcosa di cattivo: ogni tanto fa una buona azione (per esempio, ad un certo punto potrebbe colpire una ennesima vittima e invece decide di risparmiarla), ma si tratta sempre di una casuale interruzione di una catena di malefatte.
G.: La questione della presenza del Caso, cui lei accennava prima, è molto interessante: sembra quasi che il Caso non esista, perché la casualità viene gestita da Hayden con grande talento, bisogna riconoscerglielo.
F.V.: Sì, solo che alla fine per lui è quasi una questione legata all’ istinto di conservazione. Lui non pianifica nulla di quello che succede, è il Caso che gli si presenta e lui dice o fa delle cose improvvisando al momento e a seconda dell’occasione: per cui sì, lui è un impostore e un malfattore, però non si riesce a volergli male perché sembra che non potrebbe fare niente di diverso.
G.: E’ vero: c’è questa sensazione, come se Hayden sia predestinato e quasi si arrenda, a un certo punto, all’ineluttabilità di dover percorrere la sua strada, anche se noi la giudichiamo oggettivamente sbagliata… e non uso la parola “strada” a caso…
F.V.: …Ah, sì, quando il poliziotto, che vuole solo capire, gli dice “Voglio solo la verità, voglio solo capire che cosa è successo” e lui, molto candidamente, risponde che dentro di lui non c’è nessuna verità, che “la verità è solo cenere”. Non comunica un senso di amarezza, questo è importante, perché alla fine c’è comunque una chiusura del romanzo.
G.: … Però, io ho letto nella fine del romanzo una specie di “ponte” per qualcosa d’altro: ci sono domande che non hanno risposta, ma che forse, in un successivo romanzo potrebbero averla. Lei, invece, esclude un séguito?
F.V.: No, no, un séguito ci sarà: l’Autore ci sta già lavorando e il nuovo libro dovrebbe uscire per la fine del prossimo anno. A parte Henry Hayden, ritorneranno anche un paio dei personaggi di questo primo romanzo.
G.: Fantastico! Speriamo di ritrovarci per parlare ancora di questo irresistibile mascalzone, chiamiamolo così!
F.V.: Sì, si può chiamare così!