C’è una zona dell’Emilia Romagna bellissima paesaggisticamente e architettonicamente, ricca di storia, cultura e musica e molto interessante anche dal punto di vista eno-gastronomico: eppure non ha la stessa fama che, sia pure meritatamente, hanno altre località della stessa Regione.
Per ovviare a questo difetto di comunicazione, un gruppo di appassionati del posto ha deciso nel 2008 di fondare l’Associazione Culturale “ Le Terre Traverse”, che “raccoglie 16 aziende agricole – storiche cascine, ville di campagna e un castello – del tratto di pianura tra l’Appennino e il Po compreso tra Piacenza e Parma – terra, per antonomasia, di Giuseppe Verdi – ubicate negli otto Comuni di Alseno, Besenzone, Cadeo, Castell’Arquato, Fiorenzuola d’Arda, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro e Villanova sull’Arda”.
L’ Associazione deriva da un progetto europeo (Translands), nato per valorizzare i territori rurali accomunati dalla presenza di un fiume, di una via di comunicazione e di un’abbazia: in questo caso si tratta rispettivamente del Grande Fiume Po, la romana Via Emilia e l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Il territorio, dunque, abbraccia un tratto di Via Francigena, nonché i più significativi luoghi verdiani che ogni anno, tra la primavera e l’inverno, diventano il palcoscenico di un ricco calendario di iniziative, articolate in “week-end” lunghi dal venerdì alla domenica.
Insomma, con Le Terre Traverse si potranno apprezzare spettacoli, incontri, visite, gustando il buon cibo del territorio rurale tra Piacentino e Parmense nel nome di Giuseppe Verdi, il quale, oltre che geniale musicista, fu anche abile imprenditore agricolo e gourmet.
Dopo i week-end 24-25-26 giugno (in cartellone un concerto per arpe e soprano in una splendida e antica azienda agricola) e 1-2-3 luglio (unica riproposta del Concerto di gala dei vincitori del Concorso internazionale Voci verdiane Città di Busseto nel cortile porticato di un’antica cascina turrita, i prossimi appuntamenti saranno l’apertura, presso l’Agriturismo Battibue di Fiorenzuola d’Arda, dal 17 al 24 luglio, de “I nostri Santi in Paradiso Mostra di stampe devozionali storiche legate al mondo rurale, dalla collezione Ziliani e, imperdibile, mercoledì 10 agosto, notte di San Lorenzo, dalle ore 20.30 “Balli sull’aia-Concerto di fisarmoniche e balli popolari” con Debora Sbarra e “I Ragazzi dell’Accademia musicale di Stradella”, presso l’ Azienda Agrituristica Tenuta Casteldardo, Besenzone.
La manifestazione, iniziata lo scorso mese di aprile, continuerà sino al 24 dicembre, Notte della Vigilia di Natale.
Per tutte le informazioni, http://www.terretraverse.it/wordpress/
A curare il programma 2016 è la professoressa Carla Danani, docente di Filosofia politica e Filosofia dell’Abitare all’Università di Macerata, membro della direzione della rivista «Filosofia e Teologia» e del Comitato Scientifico del Centro di Etica Generale e Applicata (Pavia), oltreché della giunta del Centro di Studi Filosofici di Gallarate. Tra i suoi scritti: Abitanti, di passaggio. Considerazioni filosofiche sull’abitare umano (Aracne, 2013); ha curato Etica per l’umano e spirito del capitalismo (Aracne, 2013).
Ecco l’intervista alla professoressa Danani, il cui sonoro trovate in alto, nella nella sezione audio di questa pagina.
Canzone consigliata: Non una “canzone”, ma un’aria d’opera: “Libiamo ne’ lieti calici”, da “La Traviata”, Giuseppe Verdi.
Giancarla: Che cosa è “Le Terre Traverse” e perché si chiama così?
Carla Danani: “Le Terre Traverse” è una associazione culturale di aziende agricole del territorio che, alla chiusura del progetto europeo “Translands” (per l’appunto “terre traverse”) ha voluto raccogliere il testimone della mission di questo progetto, ovvero la valorizzazione del territorio rurale di pianura, che di solito è guardato più per le sue potenzialità produttive e insediative che per i tesori paesaggistici e architettonici che custodisce e quindi rischia la banalizzazione e la omologazione. Il nostro intento, non in una prospettiva romantica ma di conservazione e rilancio futuro, è prima di tutto quello di compiere un’operazione di riconoscimento e poi di narrazione di questo patrimonio territoriale.
G.: Definiamo esattamente di quale territorio stiamo parlando… e già questa non è cosa facile, mi sembra!
C.D.: Giusto! Il territorio del quale ci occupiamo è a cavallo fra quello di Parma e Piacenza, disteso fra l’Appennino e il fiume Po e attraversato dalla Via Emilia; si chiama così perché uno studio importante di un grande storico bolognese lo nominò “Le terre traverse” per definire una fetta trasversale tra i grandi potentati “moderni” di Parma e di Piacenza, che aveva una propria identità territoriale. Insomma: si caratterizzava, per una certa storia e per certe pertinenze di tipo architettonico, come una realtà con una storia “propria”. Le aziende agricole insistono su nove Comuni piacentini, alcuni più rivieraschi, vicini al Po (come quello di Villanova D’ Arda o quello di Monticelli d’Ongina), altri che si appoggiano all’Appennino, come il comune di Castel Arquato, mentre la sede è in alcuni Comuni più centrali, come quelli di Fiorenzuola D’Arda, Cadeo, Besenzone, importanti anche perché sono quelli in cui aveva i suoi maggiori possedimenti agricoli nientemeno che il grande Giuseppe Verdi.
G.: E infatti, a questo punto “la domanda sorge spontanea” – come direbbe quel tale-, perché i meno informati potrebbero meravigliarsi e magari gridare allo scandalo, chiedendo: “Che cosa c’entra il grande Giuseppe Verdi con le ricette di cucina?”
C.D.: Ha ragione, ma il nostro intento non è quello di “provincializzare” un genio dell’Umanità che, come tale, appartiene al patrimonio mondiale: noi vogliamo solo ricordare che questo genio, Giuseppe Verdi, è nato qui e su questo territorio ha continuato ad abitare per tutta la vita; anzi, nella sua villa di Sant’Agata (che è un comune in provincia di Piacenza, non di Parma: non volgiamo fare del campanilismo, ma semplicemente condividere la grande eredità culturale che ci lui ha lasciato) scrisse la maggior parte delle sue opere. Proprio nella villa di Sant’Agata fu trovato un ricettario, che venne trascritto da alcuni studiosi appassionati di enogastronomia e di Giuseppe Verdi, come Andrea Grignaffini e il professor Corrado Mingardi: dal 2010 da questo testo attingiamo ricette e durante l’anno organizziamo delle cene “con Verdi”, il cui menu è organizzato sulla base delle ricette trovate a Villa Sant’Agata, Casa Verdi, e con il quale raccontiamo un aspetto meno conosciuto di Giuseppe Verdi, ovvero la sua attività di imprenditore agricolo assolutamente innovativo.
G.: … Anche perché Giuseppe Verdi investiva tutti i suoi guadagni nell’acquisto di terreni agricoli.
C.D.: Vero: si potrebbe dire “Un’ opera, un podere; un’opera, un podere…”.
G.: Uomo molto pragmatico e solido,“il Cigno di Busseto”, molto attento alle questioni pratiche! Tornando alla manifestazione, ci spiega come si svolgono i “week-end lunghi” che organizzate nel corso dell’anno?
C.D.: I week-end sono pensati per raccontare il territorio delle “Terre Traverse” e dunque sono dei suggerimenti che offriamo a chi vuole arrivare sul nostro territorio, in particolare in occasione di qualche evento da noi organizzato: segnaliamo che cosa si potrebbe vedere, dal punto di vista architettonico e paesaggistico, nei tre giorni dal venerdì alla domenica. I più recenti sono stati per l’appunto due week-end verdiani, ma noi non organizziamo solo eventi legati alla musica lirica: ad esempio, ci dedichiamo ad una musica più popolare, ma non meno nobile, come quella per fisarmonica e il 10 agosto, in una cascina a Casteldardo, avremo ospiti i ragazzi dell’Accademia Musicale di Stradella con Debora Sbarra. Oltre a quelli musicali organizziamo altri eventi dedicati al teatro di prosa: a settembre avremo le repliche di un bellissimo e commovente spettacolo di Mario Perrotta, “Un bès. Antonio Ligabue”, perché anche Ligabue è figlio di delle Terre del Po, della Bassa, e quindi abbiamo voluto raccontare anche la sua vicenda attraverso il linguaggio teatrale. Questi sono solo alcuni degli eventi: li troverete tutti sul sito www.terretraverse.it, dal quale si può scaricare il programma. La nostra intenzione è raccontare, attraverso tanti linguaggi e tutte le arti, il patrimonio di queste terre, l’eredità culturale che le hanno lasciato i suoi figli, gli usi, i costumi, le tradizioni. Raccontiamo i saperi e i sapori di questo territorio con una narrazione a più voci, invitando le persone a venirci a trovare: farlo può costituire per loro una bella scoperta.
G.: Allora…” libiamo nei lieti calici”?
C.D.: Perché no?! Libiamo nei lieti calici!