A giudicare dal programma reso noto in queste ore, il 30° Salone Internazionale del Libro di Torino (al Lingotto dal 18 al 22 maggio prossimi) già veleggia verso il successo senza tema di conflitti, se non di scontri, con la Fiera milanese “Tempo di Libri”.
Al momento, comunque, per valutarne l’esito ci dobbiamo limitare ai soli numeri, che però già parlano non solo di una conferma, ma addirittura di una crescita della manifestazione della Mole: gli Editori presenti saranno 1.060, gli espositori 438 (lo scorso anno erano 338) e gli spazi espositivi sono stati ampliati di 11 mila metri quadrati (45.000 in totale, +10% rispetto al 2016), con 30 sale di varia capienza per ospitare i 1.200 eventi in programma. E se tutto questo non bastasse a chiarire le entusiastiche intenzioni degli organizzatori, sappiate anche che il 6 maggio è prevista una preziosissima anteprima: l’Auditorium della Rai ospiterà il concerto di Patty Smith (e scusate se è poco).
Una disfida aperta fra Milano “la traditrice” e Torino, la “Regina tradita”? Una esibizione muscolare per rimettere al suo posto chi ipotizzava una edizione in tono minore? “Niente affatto” spiega il nuovo Direttore del Salone Nicola Lagioia, scrittore, editor per Minimum fax, conduttore radiofonico per Radio3 e, nel 2015, vincitore del Premio Strega con “La ferocia” (Einaudi): molto ecumenicamente, infatti, Lagioia spiega che non ha senso combattere “lotte fratricide”, dicendosi convinto dalle premesse che il “suo” Salone funzionerà benissimo.
Certo per lui non è cosa facile succedere a un grandissimo direttore quale, dal 1998 allo scorso anno, è stato Ernesto Ferrero (straordinario uomo di editoria, letteratura e cultura che, venticinquenne, nel 1963 divenne responsabile dell’ufficio stampa di Einaudi come vincitore di concorso: incredibile dictu!), ma i due hanno in comune molto più di quanto non sembri, a cominciare dalla già citata vittoria di una edizione dello “Strega”(Ferrero se la aggiudicò nel 2000 con “N”,Einaudi, romanzo storico su Napoleone all’Elba che ha ispirato il quasi omonimo film di Virzì). Per altro, Ernesto Ferrero sarà al Salone in veste di giudice monocratico del prestigioso Premio Mondello. Basterà?
Sicuramente non si può parlare di “Salone dei Piccoli”, come qualcuno aveva voluto definire la kermesse torinese all’indomani dello scisma dei “Grandi”: case editrici come Sellerio, Neri Pozza, E/O, Minimum fax (e mi scuseranno le altre centinaia di Editori presenti, tutti importanti, che solo per ovvie ragioni di spazio non cito) rappresentano una grande fetta di lettori e porteranno a Torino Autori amatissimi, come Daniel Pennac, Luis Sepúlveda, Amitav Ghosh, Alicia Giménez Bartlett, Richard Ford e – illustrissima “convitata di pietra” – Elena Ferrante, solo per fare qualche nome.
Forse farà storcere il naso a qualcuno che Lagioia abbia definito questo del trentennale un Salone davvero internazionale, con una attenzione particolare agli Stati Uniti e con tanti ospiti stranieri, ma proprio questi ultimi faranno da volano per accreditare sempre più anche all’estero una manifestazione tutta italiana accolta da una Torino che, con le sue vie eleganti, i palazzi dai grandi portoni istoriati, i magnifici portici con mosaici per terra come nemmeno nelle case più ricche oggi si potrebbero posare, si presenta sempre in grande smalto, specie in occasioni importanti come questa.
Nomi, eventi ed iniziative sono tanti e tali che per averne una cognizione completa vi rimandando al sito del Salone (www.salonelibro.it), che vi fornirà anche informazioni pratiche (costo dei biglietti, orari, eccetera).
Dunque niente contrapposizione con Milano, ma soddisfazione, sabauda e non, per una manifestazione che è e resta nel cuore di chi ama i libri e anche grazie a lei ha visto crescere l’interesse della gente “vera” per un settore che nel nostro Paese resta una specie di preziosa Cenerentola: i sempre più preoccupanti dati statistici resi noti nei giorni scorsi dicono che in Italia i lettori di libri rispetto al 2010 sono 4.300.000 (sì, avete letto bene: quattro MILIONI e TRECENTOMILA) in meno; per di più, lo scorso anno circa 33 milioni di persone non hanno letto nemmeno un libro di carta in un anno. Vengono i brividi.
Speriamo che la scelta – tutt’altro che casuale – di presentare il Salone 2017 nell’Aula di Palazzo Carignano che fu sede del primo Parlamento del Regno della nuova Italia unita, sia di auspicio per un “risorgimento” del settore: converrebbe a tutti, proprio a tutti.