Dalla mia intervista del 2012 a Rita Borsellino ( Le chiacchiere stanno a zero).
“Paolo e Giovanni erano persone normali, che si erano nutrite di valori fondamentali, avevano scelto che cosa volevano fare nella vita, si sono preparate per farlo, hanno studiato e quando hanno cominciato a farlo lo hanno fatto con serietà e sempre più professionalità: con coerenza. Forse questo è il termine più difficile: oggi la coerenza è merce rara, non si sa bene che cosa sia. Loro erano coerenti: nel momento in cui il loro lavoro diventò non solo sempre più difficile, ma anche sempre più pericoloso, rimasero coerenti e continuarono a portarlo avanti con la stessa attenzione, la stessa coerenza, la stessa professionalità. La mafia si nutre di silenzio. Quando tace ci dobbiamo preoccupare. Con le stragi del ’92, può sembrare un paradosso, la mafia segnò il suo momento di massima debolezza: la mafia aveva bisogno non solo di eliminare fisicamente i suoi avversari perché non riusciva a condizionarli, come era abituata a fare, ma anche per dare un segnale di grande potenza persino al proprio interno, dove c’erano molti scontenti, che cominciavano a essere stanchi della fase “stragista” che non permetteva loro di fare affari. Sappiamo bene che questa loro necessità coincise con altre necessità, da parte di chi, comunque, doveva eliminare Falcone e Borsellino e oggi, purtroppo, si ricomincia tutto daccapo per scoprire a CHI serviva e PERCHE’ .