“Dallo Sciamano allo Showman”
Cose che ritornano: e piacciono, piacciono, piacciono. A chi? Al pubblico, naturalmente, e poi agli artisti e anche a chi fa il mio mestiere, felice di parlare di “quantità” se e quando si coniuga a “qualità”: connubio – ahimè – sempre più raro. Il ritorno in questione è quello del Festival della Canzone Umoristica “Dallo Sciamano allo Showman” (iniziato il primo agosto e in scena fino a dicembre in diverse località della Val Camonica e giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione) e delle sue infaticabili creatrici, la scrittrice e autrice per il teatro e la canzone Nini Giacomelli e Bibi Bertelli, attrice teatrale e conduttrice.Veri “caterpillar” che negli anni non si sono fatte fermare da niente e da nessuno, le due organizzatrici hanno dedicato l’edizione 2017 a Sergio Bardotti nel decennale della scomparsa.
La dedica non è solo un tributo di affetto e di riconoscenza verso un grande artista (e Poeta: suoi i testi di canzoni celeberrime di Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Patty Pravo e molti altri, sua la storica collaborazione con Sergio Endrigo e Aznavour, sua l’intuizione di portare in Italia, lavorando strettamente con gli Autori, le canzoni di Vinicius de Moraez, Toquinho, Chico Buarque de Hollanda): Sergio Bardotti, infatti, per ben cinque anni è stato direttore artistico dello Sciomano (come familiarmente viene chiamato il Festival dagli affezionati).
Dalla sua scomparsa, la direzione artistica della manifestazione è affidata a Nini Giacomelli, che con Sergio Bardotti ha firmato molte canzoni di successo e che a “Bardoci” nel 2010 aveva già dedicato un libro, “Occhi di ragazzo” (dal titolo della canzone da lui scritta con Gianfranco Baldazzi e Lucio Dalla).
Fra gli artisti coinvolti quest’anno, Ascanio Celestini, Peppe Voltarelli, Neri Marcorè, Edoardo De Angelis, Eugenio Finardi, Vittorio De Scalzi; a condurre il Festival, che prosegue la sua storica collaborazione con il Club Tenco, Bibi Bertelli e Antonio Silva.
Il programma, come sempre, è molto ghiotto e, come sempre, gli spettacoli registreranno il sold-out: il consiglio è quindi quello di informarsi per tempo, consultando il sito www.sciomano.it .
Tutti gli appuntamenti del festival sono a ingresso gratuito, tranne lo spettacolo con Neri Marcorè e Edoardo De Angelis (10 settembre a Darfo Boario Terme, ingresso 15 €).
Info e prenotazioni presso: Centro Culturale Teatro Camuno – teatrocamuno@libero.it | 329.2447516
Ecco l’intervista col direttore artistico Nini Giacomelli, il cui sonoro troverete in alto, nella sezione audio di questa pagina.
Canzone consigliata: “Se perdo te”, Patty Pravo.
Giancarla: Eccoci alla edizione numero quindici: un bel traguardo! Che ci dici?
Nini Giacomelli: …Che mi aspettavo di poter fare qualcosa in più: però sono molto contenta di questo “quindici”, perché propone spettacoli davvero interessanti, sono fiera del gruppo “Centro Teatrale Camuno” e soprattutto sono fiera della gente della Valle, che sostiene il Festival.
G.: Anche se vivi fra le montagne, se dovessi paragonare te e Bibi Bertelli ad un altro essere vivente penserei ad un salmone, perché, come fanno i salmoni, tu “risali la corrente”… E non vorrei qui citare quell’altro gigante (Fabrizio De André: n.d.r.) che cantava “in direzione ostinata e contraria”… Insomma, siete dei salmoni: camuni, naturalmente.
N.G.: Sì, siamo veramente “in direzione ostinata e contraria”… Sai, non si può piacere a tutti e non è solamente una questione di simpatia, o antipatia, o di appartenenze politiche: io non ho tessere politiche. Credo che sia l’epoca che bistratta. Per esempio: si parla molto di turismo, e la cultura potrebbe essere un volano per il turismo, ma poi si studiano solo soluzioni per coltivare i bacini di raccolta-voti. Noi, nei quasi trent’anni di attività del “Centro Teatrale Camuno” abbiamo abituato la comunità a verificare che si può fare tanto e benissimo con molto poco, rimettendoci anche – e parecchio – di tasca nostra.
G.: Grazie per aver parlato di un aspetto della questione per te tutt’altro che facile da commentare, ma ne parliamo per spiegare che questa manifestazione, che da sempre e in tempi non sospetti raccoglie grandissimi consensi, non si tira mai indietro; anzi, decide persino di proporre anche artisti poco conosciuti, purché siano “di qualità”: fra le molte “chicche” del programma di quest’anno, che cosa segnaleresti in particolare?
N.G.: Senz’altro Ivan Talarico, un giovane che secondo me ha grandi possibilità, una penna eccellente, con un umorismo personalissimo e molto raffinato. Lo spettacolo che sicuramente ho più desiderio di vedere quello che porterà in scena Ascanio Celestini e Peppe Voltarelli; e poi quello con Edoardo De Angelis e Neri Marcoré. Ma mentre De Angelis e Marcoré sono capitani di lungo corso insieme, Peppe Voltarelli e Ascanio Celestini debuttano proprio in Val Camonica e immagino possano proseguire alla grande, nel tempo! E’ stata mia l’idea di metterli insieme, sono stata io a chieder loro di provarci, e mi incuriosisce molto il risultato che ne uscirà.
G.: Questa edizione è dedicata a Sergio Bardotti, nel decennale della sua scomparsa: chi è stato Sergio Bardotti?
N.G.: Innanzitutto è stato un grande professionista ed un grande Maestro: un Maestro estremamente severo, come non si sarebbe mai potuto immaginare, anche conoscendolo. Sergio è il maestro più esigente fra tutti quelli che ho avuto nella vita: e poi ricordo i suoi colori, l’essere sempre disponibile… E’ stato una persona molto umile, di una umiltà fin troppo grande, a volte: infatti penso che il fatto che troppe persone oggi non sappiano chi sia stato Sergio Bardotti dipenda proprio dalla sua umiltà, perché lui non amava apparire.
G.: Anni fa hai scritto un libro a lui dedicato, “Occhi di ragazzo”, e hai parlato della “invisibilità dell’Autore”, perfettamente riferibile a Bardotti: ma nel suo caso si può dire che il tempo è galantuomo?
N.G.: Io credo che quasi sempre il tempo sia galantuomo, specie se c’è una valenza come quella di Bardotti, ma è vero, in realtà l’Autore è quasi sempre misconosciuto, oggi anche a causa di un giornalismo “cotto e mangiato”: difficilmente il giornalista ha il tempo di informarsi su chi abbia scritto un testo. In televisione, solo in rare occasioni si vede sullo schermo il nome degli Autori, che quindi continuano ad essere sconosciuti. E’ anche una scelta: personalmente, essendo anche paroliere, posso dire di non avere mai avuto l’ambizione di salire su di un palco, altrimenti avrei fatto la cantante. Forse l’invisibilità è anche la caratteristica di chi lavora dietro le quinte, però è indubbio sia giusto che alcuni Grandi, come Bardotti, vengano conosciuti il più possibile.
Nella foto: con Bibi Bertelli e Nini Giacomelli (archivio personale)