Salone di Torino 2020
… E insomma, oggi avrebbe dovuto prendere il via la XXXIII Edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, ma lo spietato Covid19 si è portato via anche questa festa, insieme alla vita di tante, troppe persone: per questo, vi avviso, le mie parole sono dettate più dall’emozione personale che da una rigorosa disamina professionale; del resto per me, come vedrete, il Salone di Torino è da sempre un fatto personale.
Non al Lingotto, non con le consuete modalità, ma la manifestazione comunque si farà e si sta facendo, sia pure in modo alternativo: come aveva anticipato il Direttore Nicola Lagioia, da oggi al 17 maggio il pubblico potrà seguire in streaming dal sito del Salone gli incontri con alcuni dei più grandi scrittori e filosofi internazionali.
Non sarà la stessa cosa, come è ovvio: il Lingotto durante i giorni della kermesse offre una esperienza profondamente intellettuale e al tempo stesso fortemente sensoriale, come ben sa chi lo ha frequentato.
Il Salone non è un luogo di silenziosa meditazione per pochi spocchiosi, ma è rumori assordanti e voci che si accavallano da uno stand a un altro; è l’odore penetrante del cibo venduto dai banchetti; è il beato rassegnarsi a code estenuanti per ogni cosa; è la stanchezza nelle gambe e il dolore delle braccia per i chilometri percorsi da una parte all’altra del Lingotto, carichi di volumi; è il desiderio vorace di possedere tutti i libri che occhieggiano ovunque e il dispiacersi perché così non può essere; è la ricerca della tale edizione fuori catalogo, del tal Editore semi-sconosciuto ma prezioso; è tutto un rincorrere questo o quell’incontro, con la gioia di parteciparvi e il rammarico di perderne così altri dieci; è – specie per chi, come me, ci va per passione e lavoro – il privilegio di ritrovare tante persone amiche e di parlare a tu per tu con Autori e pensatori eccezionali, che mi arricchiscono ad ogni loro parola.
Quest’anno, dunque, seguirò anche io gli incontri in streaming, ma “il frullatore” torinese (come affettuosamente lo chiamo) mi manca moltissimo: questa sarà la prima volta, da quattordici anni a questa parte, che non indosserò il badge, non salirò in sala stampa a bere un caffè con i colleghi, non cercherò – il più delle volte senza riuscirci- un luogo tranquillo per registrare belle interviste con alcuni Autori e non potrò riabbracciarne altri che, bontà loro, mi gratificano della loro stima e amicizia.
Così il pensiero corre inevitabilmente ad anni lontani, in cui la mia passione per la lettura si coniugava perfettamente con altre due – totali e totalizzanti- che da sempre accompagnano la mia vita, costringendomi a ripetere a me stessa quanto fossi per questo fortunata e grata all’Universo: l’incontro con gli altri e la Radio.
La memoria ritorna alla frenesia del giorno precedente l’inaugurazione quando, mentre ancora si allestivano gli stand, già registravo le interviste che avrei trasmesso nelle dirette quotidiane e poi nello spazio dedicato, orgogliosa di godere di preziose anteprime; ritorna il ricordo dell’affannosa lettura dei quotidiani, a colazione, per prepararsi a galoppanti giornate lavorative che duravano dalla mattina presto sino a sera inoltrata, saltando regolarmente il pranzo per non perdere un incontro, una intervista, una diretta; riprovo, con una stretta al cuore, nostalgia e riconoscenza per tutti quelli che mi aiutavano in quelle ore frenetiche, a cominciare dai miei colleghi “sul campo”, che mi erano cari e mi restano nel cuore, malgrado le nostre strade siano state divise; rivivo la appagante stanchezza di quando, a ora tarda, si andava a cena tutti insieme, e il loro entusiasmo generoso nel condividere soddisfazioni professionali che non erano solo mie ma anche loro, perché tutti mi sostenevano e mi permettevano così di realizzarle.
Molti di loro in verità ancora adesso mi sostengono, permettendo con la loro collaborazione che questo blog sia vivo: anche per questo li ringrazio.
Troppe cose sono cambiate da allora e non sempre in meglio: così, in qualche modo, il Salone é per me una certezza bella e consolatoria.
Tornerà come prima il Salone, tutti ce lo auguriamo, tornerà: intanto vi invito a seguirlo in streaming, collegandovi ai link che qui riporto, per fare arrivare a chi aveva tanto lavorato e ancora sta lavorando la testimonianza che la fatica non è stata vana.
Da parte mia e di chi mi segue, il mio piccolo grazie per la tenacia e l’impegno va al Direttore Nicola Lagioia e al suo staff, agli Autori, agli Editori, ai colleghi bravissimi degli Uffici Stampa, con la speranza di ritrovarci tutti al Lingotto quanto prima.
Non è retorica: è speranza vera e voglia forte di (tornare a) vivere.
Giancarla Paladini