Festival letterario “I luoghi delle parole”: chiacchierata con Davide Ruffinengo

 

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Chi mi segue in questo spazio (a proposito: sempre molte grazie!) noterà che, appena posso, mi occupo volentieri di fare conoscere le iniziative che vogliono creare affezione ai libri e alla lettura: ritengo infatti che ci sia del vero eroismo in molti di coloro che si tuffano anima e corpo nell’impresa sempre più titanica di “promuovere la Cultura” ovunque, anche e soprattutto in luoghi geograficamente distanti dai grandi centri urbani.

Le virgolette sono d’obbligo non certo per ridimensionare ciò che esse contengono ma, al contrario, per attirare l’attenzione del Lettore: insomma, se la Cultura va promossa, se bisogna tutelarla creando affezione al Sapere perché non si disperda, significa che viviamo in tempi ignoranti.

Nessun dubbio che sia così, lo sappiamo bene. In Italia ci sono molti lettori che comprano più libri l’anno o, addirittura, al mese: sono loro a sostenere le vendite e le statistiche, che crollerebbero a valori più che preoccupanti se si contassero i lettori, invece dei libri che hanno comprato.

Né vale il ragionamento, pure in senso astratto condivisibile, sul penalizzante costo dei libri: acquistandone due al mese si spenderebbero in media 30/35 euro, ovvero poco più di un euro al giorno… Sicuri-sicuri che la maggioranza di quelli che spendono molto più denaro in happy-hours non legga a causa dell’elevato prezzo dei volumi…?

E dunque, ben vengano le manifestazioni come “I luoghi delle parole”, che fra lunedì 19 e domenica 25 ottobre prossimi porterà una trentina di importanti scrittori nei comuni torinesi di Chivasso, Casalborgone, Castagneto Po, San Sebastiano da Po e Volpiano.

Come spiegano gli organizzatori, (l’Associazione Novecento di Chivasso),”I Luoghi delle Parole” mette in rete autori e territori tra letteratura, sport, attualità, integrazione ed educazione”: lo fa, quest’anno per la dodicesima volta, ospitando fra gli altri  Marco Balzano, vincitore del Campiello 2015, Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti del quale leggerà una fiaba postuma, Giuseppe Culicchia, , Margherita Oggero, Domenico Quirico e Marco Malvaldi, alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo, attesissimo romanzo.

Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito: il programma è consultabile sul sito www.luoghidelleparole.it

Per saperne di più, ecco l’intervista a Davide Ruffinengo, Direttore artistico della manifestazione.

Troverete l’audio integrale dell’intervista nella parte alta di questa pagina

 

 

DAVIDE RUFFINENGO: “I luoghi delle parole” è la dodicesima edizione di un Festival che viene organizzato a Chivasso e nei Comuni limitrofi e rappresenta una grande opportunità di incontro con Autori anche la varietà di argomenti, per cui c’è sì la narrativa, ma anche la possibilità di confrontarsi su temi importanti come quello della scuola, o delle esperienze personali; è veramente un contenitore di più giorni che permette, gratuitamente, di incontrare e ascoltare gli scrittori. Insomma, una bella occasione. Sono dodici anni che l’Associazione Novecento organizza con Paolo Fasola e Diego Bionda il Festival: a loro va il grande merito della continuità (per quanto mi riguarda, io mi occupo della direzione artistica, quindi dei contenuti del programma). Senza di loro non potrei far nulla e sono periodi in cui, per la Cultura, è veramente un’impresa continuare per dodici anni. La finalità (del Festival: ndr) è quella di avvicinare le persone ai libri: è divulgazione, è promozione alla lettura, per cui va bene l’intrattenimento, fatto con leggerezza ma con l’intento che questa “voglia di leggere” diventi in qualche modo… contagiosa. Per questo il Festival da Chivasso non a caso va nei piccoli Comuni (Casalborgone, Volpiano, San Sebastiano Po, o Castagneto Po, dove arriverà Marco Balzano, Premio Campiello 2015, ed è emblematico: …un Premio Campiello, che normalmente siamo abituati a vedere in una grande città o anche nei consueti posti dove si “fa cultura”!. Per noi è prezioso poter offrire questo appuntamento nella Biblioteca di un Comune piccolo come Castagneto Po (meno di 1800 abitanti: ndr) e già questo da solo testimonia la finalità del Festival “I luoghi delle parole”: promuovere la lettura.

GIANCARLA : Arriviamo al tema di quest’anno: “La parola”. Perché parlate di “riflessione”, ma anche di “provocazione” a proposito del tema scelto?

D.R.: Perché, confrontandoci sui vari temi, abbiamo notato una cosa che può apparire banale e cioè che tutti noi usiamo le parole che, come diceva Raymond Carver, sono tutto quello che abbiamo”: per questo dobbiamo essere un po’ più attenti a quelle giuste o, se vogliamo, a quelle giuste per noi. C’è un abuso delle parole: a volte, la mia sensazione è che ce ne siano poche per poter esprimere la complessità che prima è la nostra e poi è quella del mondo. Chiaramente la lettura, i libri e il confronto con gli scrittori permettono di fare questo. Troppe cose si danno per scontate: in primis, secondo noi, le “parole”. Quindi, ecco qualche giorno di riflessione, ad ascoltare parole diverse, parole nuove, persone che vivono e lavorano con le parole e che quindi, inevitabilmente, possono offrirci un momento di scambio importante attraverso il loro lavoro di studiosi, di ricercatori, di scrittori. Quando si parla di “scuola”, parliamo di una parola nota a tutti; se parliamo di “cinema” è qualcosa che possiamo fare tutti, ma poi, andando un po’ più in profondità, quante opportunità possiamo cogliere attraverso il cinema, attraverso la scuola o attraverso alcune esperienze di vita?

G.: Quindi l’arricchimento lessicale diventa anche e soprattutto un arricchimento filosofico, spirituale: anche per questo vi rivolgete con particolare attenzione ai giovani, alle scuole? Che cosa avete organizzato per loro?

D.R.: Le scuole avranno la possibilità di incontrare degli Autori: in particolare voglio sottolineare l’incontro con Gianni Maddaloni. Maddaloni, lo possiamo leggere in un libro pubblicato da Baldini & Castoldi che si intitola “L’oro di Scampia”, ha fatto un piccolo miracolo, perché nel territorio di Scampia ha aperto una palestra in cui gratuitamente offre ai ragazzi la possibilità di fare judo (lui, fra l’altro, è il papà di Pino Maddaloni, vincitore dell’oro olimpico); da quella palestra sono nati anche dei campioni, insomma, ma soprattutto è importante la grande alternativa che offre ai ragazzi. Un incontro così, con gli studenti, credo che sia veramente importante, sempre con l’obiettivo di far scoprire loro che leggere un libro non è così noioso: perché, diciamoci la verità, a quell’età lì non è che leggere un libro sia tra i primi pensieri…Per questo va fatta una specie di “seduzione”, secondo me, e credo che Gianni Maddaloni, oggi sia la persona giusta per la sua esperienza e per un discorso sulla legalità. Altro esempio è Mario Tagliani, che da trent’anni insegna nelle carceri minorili di Torino e ha scritto un libro molto bello, “Il maestro dentro” (ADD editori), che racconta come fare educazione in un posto dove tu non hai una classe in cui inizi a settembre e finisci a giugno, ma hai una situazione molto particolare: eppure, lui da trent’anni è lì che cerca di fare scuola fra quei banchi e la sua è un’esperienza preziosissima.

G.: Lei ha già citato alcuni ospiti: ci dice anche qualche altro nome?

D.R.: Giovedì 22, al Teatrino Civico di Chivasso, ci sarà Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, che era stato nostro ospite qualche anno fa e ci ha lasciato un bellissimo ricordo: parleremo con lei dell’ultimo libro di Faletti, “La piuma” pubblicato da Baldini & Castoldi, un ricordo attraverso la testimonianza preziosa della moglie. Venerdì, sempre a Chivasso, Gianni Maddaloni incontrerà il pubblico, dopo essere stato nelle scuole; domenica, a Castagneto Po ci sarà Marco Balzano, vincitore del Campiello 2015 con il romanzo “L’ultimo arrivato”. Un reading che consiglio è quello con Giuseppe Culicchia, molto divertente, che ci racconta un po’ scherzosamente il mondo della scrittura e il suo viaggio a Pechino, diventato un libro, “My little China girl”, pubblicato da EDT: è un modo di vedere Pechino attraverso il cibo, quindi un punto di vista curioso. A chiudere la prima parte del Festival, domenica, sarà Domenico Quirico. Parleremo anche di scuola con Maurizio Parodi, che (e anche questa è una provocazione) ha scritto il libro “Basta Compiti!” (Sonda Edizioni): un tema che da approfondire non è male, perché lui dice che i nostri figli abbiano troppi compiti e potrebbero apprendere anche con un carico lievemente inferiore. Ci sarà poi un’appendice interessante del Festival, perché il 6 novembre ci sarà Marco Malvaldi, che esce in libreria con un nuovo libro e sarà intervistato da Margherita Oggero, che a sua volta durante il Festival sarà ospite a Volpiano. Infine la grande chiusura, con Mauro Corona.

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