E’ nato nel 1997 per iniziativa di un gruppo di semplici cittadini i quali, venuti a conoscenza di una indagine condotta nel 1995 per conto della Regione Lombardia che indicava in Mantova la perfetta città del libro e della letteratura, si rimboccarono le maniche assumendosi l’impegno di creare nella città del Rigoletto un festival letterario modellato sull’esempio di altre città europee, e anglosassoni in particolare. Si ritrovarono in otto, tutti provenienti da differenti esperienze professionali ma animati dallo stesso spirito- diciamolo pure- temerario, e convinti della loro idea: avevano ragione Laura Baccaglioni, Carla Bernini, Annarosa Buttarelli, Francesco Caprini, Marzia Corraini, Luca Nicolini, Paolo Polettini e Gianni Tonelli, visto che la loro creatura, il Festivaletteratura di Mantova si accredita sempre più un evento a tutto tondo, con l’intera città che accoglie per giorni i maggiori scrittori italiani e stranieri, incontri letterari e iniziative collaterali per un pubblico sempre più competente e partecipe (ben 112.000 gli spettatori della scorsa edizione).
Dal 9 al 13 settembre è dunque in programma la diciannovesima edizione del Festival, la cui riuscita dipende anche dall’impegno dei circa settecento volontari che non solo prestano la propria opera gratuitamente, ma arrivano addirittura a sacrificare giorni di ferie pur di non mancare.
Come sempre, alcuni eventi sono a ingresso gratuito; il costo del biglietto per quelli a pagamento varia dai 4 ai 10 euro.
Trovate il programma completo e tutte le informazioni necessarie per seguire al meglio la manifestazione sul sito www.festivaletteratura.it
A noi ha regalato qualche importante anticipazione Alessandro Della Casa, responsabile della segreteria generale e della gestione volontari.
Ecco di seguito l’intervista ad Alessandro Della Casa, il cui sonoro trovate in alto, nella sezione audio della pagina
Canzone consigliata: “Il battito”, Ivano Fossati.
Giancarla: Motori già accesi a Mantova per l’imminente partenza dell’edizione 2015 del Festivaletteratura: si direbbe motori potentissimi, a giudicare non solo dalle edizioni passate, ma anche da quella di cui siamo alla vigilia. Allora, giusto per farci la bocca, ci vuole anticipare… “qualcosa”?
Alessandro Della Casa: … E’ molto difficile anticipare “qualcosa” di un programma così ampio come quello del Festival di quest’anno! Il Festival offre moltissime opportunità al pubblico, sia con eventi numerati (quindi prenotabili anche attraverso la nostra biglietteria), sia quelli penasti per le persone che arrivano a Mantova all’ultimo minuto e che vogliono magari farsi un giro per il Festival e prendere le occasioni che vengono passeggiando per la città. Possiamo segnalare alcuni progetti che abbiamo inserito nel Festival di quest’anno: una delle novità è, ad esempio, il focus che abbiamo dedicato alla letteratura greca contemporanea per cercare di capire come la crisi che sta attraversando questo Paese poi si rifletta nella letteratura e nella produzione artistica, e di come sia un sintomo di quella che è, più in generale, la crisi occidentale; quindi abbiamo invitato quattro scrittori, che interverranno uno per ogni giornata del Festival, di generazioni diverse, in modo da avere un “occhio” differente su quello che sta accadendo in un Paese a noi così vicino e così fondamentale per la storia dell’Occidente. Un altro dei filoni che abbiamo curato quest’anno riguarda la scrittura drammaturgica: abbiamo una serie di incontri, che abbiamo denominato “La scrittura in Scena”, in cui abbiamo chiamato alcuni giovani drammaturghi italiani a parlare della scrittura per il teatro, dando nuovamente cittadinanza a un genere che è stato così fondamentale per la letteratura occidentale, dall’antichità greca passando per Shakespeare, Miliare e Goldoni, e che oggi non viene considerato “letteratura” in senso stretto. Per noi, molto importanti sono le grandi presenze internazionali: per esempio, il premio Nobel Wole Soyinka tornerà al Festival e farà un incontro sulla sua attività di drammaturgo e poi terrà un importante confronto con Romano Prodi sull’Africa come continente- chiave, al quale è legato non solo il passato preistorico dell’umanità, ma anche il futuro del nostro tempo. Grande spazio viene lasciato, anche nel Festival di quest’anno, a nuovi narratori, che magari non sono conosciutissimi dal grande pubblico ma sono senz’altro di straordinaria qualità letteraria; in questo, il Festival conferma il suo tentativo di proporsi sempre come occasione di ricerca e di conoscenza, per il pubblico, di nuovo talenti narrativi. Tra questi, Zdravka Evtimova, una scrittrice bulgara di cui è appena stato tradotto in Italia un romanzo, o Noo Saro-Wiwa, nigeriana, figlia del grande intellettuale e attivista per i diritti civili, Ken Saro-Wiwa, o lo scrittore americano Allan Gurganus, e tanti altri che non sono conosciutissimi dal grande pubblico, ma secondo noi sono tra le voci più interessanti della narrativa contemporanea. Poi, per noi come sempre molto importante è lo spazio che dedichiamo alla letteratura per ragazzi e a valorizzare gli adolescenti come lettori: per esempio, uno degli appuntamenti più attesi, crediamo, dai giovani e dai giovanissimi è quello dedicato alla fan- fiction, cioè alla letteratura che nasce dando continuità a universi e personaggi che sono al centro di saghe o di singoli romanzi e che dai loro lettori vengono portati avanti con nuove avventure e nuove storie.
G.:… Insomma, questo era “soltanto” per fare intuire una minima parte di quello che succederà, ed è bellissimo: che cos’è che la gente si aspetta da voi?
A.D.C.: Io credo che il Festival offra l’opportunità di incontrare gli Autori di cui si leggono i libri durante l’anno e scoprirne di nuovi che non si conoscevano, ma anche uno spazio di confronto e di dibattito. Proprio il clima informale che offre il Festival e il fatto che molti Autori si mettano a completa disposizione della manifestazione, magari affrontando temi che non sono prettamente legati a un loro singolo libro ma, più in generale, riguardano le loro ricerche, il loro “fare letteratura” e ne parlino col pubblico, offre uno spazio, per così dire, “civile” a temi che ci interessano come cittadini del nostro tempo e hanno l’occasione di essere dibattuti, come, magari, altrove non accade. Ecco, penso che questo sia uno dei motivi per cui il Festival desta sempre così tanto interesse e quindi anche una partecipazione attiva da parte del pubblico, che molto spesso viene coinvolto direttamente e interviene con interrogativi tutt’altro che scontati e che dimostrano sempre non solo una grande attenzione agli Autori e al loro lavoro, ma anche ai temi proposti nel corso della manifestazione.
G.: E’ un classico: di solito, le domande intelligenti arrivano dai non addetti ai lavori ,..ahimè!… Però, certo voi godete anche di uno scenario meraviglioso, perché tutta quanta la meravigliosa Mantova (che non è “soltanto” storia e architettura, ma anche ospitalità, cucina, e quant’altro) diventa, per l’occasione ancora più bella, se possibile! Però, siccome fra le altre cose, lei cura i cosiddetti “progetti speciali”, ci parlerebbe di “Prototipi”?
A.D.C.: “Prototipi” è una delle sfide che noi ci lanciamo quest’anno e credo sia una delle grandi novità del Festival: qui non si parla di “libri”, ma di “neo-libri”, non di scrittori, ma delle nuove forme in cui le nuove tecnologie potrebbero influenzare il nostro modo di approcciarci alla scrittura e alla lettura. Siamo partiti da una considerazione: l’avvento del digitale ha portato, ovviamente, un cambiamento molto forte in molte parti della nostra vita e delle nostre abitudini quotidiane; per quanto riguarda invece libri e lettura, non abbiamo visto uno scarto così forte, anche da un punto di vista culturale, com’è invece successo per esempio con l’avvento della tipografia a caratteri mobili, o del codex nel Medioevo. Allora abbiamo voluto coinvolgere i giovani, che sono interessati al campo della comunicazione, dell’editoria, dell’edizione digitale ma anche, semplicemente, della letteratura, per provare a pensare a quali possibilità di trasformazione profonda del modo in cui noi normalmente approcciamo il libro, la lettura, potrebbe dare il digitale, a come può essere trasformato il libro come “oggetto”. Così’ abbiamo pensato di aprire l’Officina Prototipi chiedendo ogni anno ad un autore di offrirci un’idea progettuale, sulla quale i ragazzi proveranno a lavorare e a concepire un “prototipo” per realizzare lo stimolo che è stato loro dato: questo servirà ad aprire, durante il Festival, una discussione sui risultati del loro lavoro laboratoriale. Ad Hans Tuzzi abbiamo chiesto di darci un’idea non solo perché è un bravissimo scrittore, ma anche perchè è un grandissimo bibliofilo, un conoscitore profondo dell’arte tipografica del ‘400 e del ‘500: quindi, una persona così colta e profondamente conoscitrice della storia del libro ci piaceva fosse la prima a dare un’idea per quello che sarà il libro del domani.
G.: Lei si occupa, oltre che della segreteria generale, anche della gestione dei Volontari: …e già così viene il mal di testa, perché è un incarico, credo, molto complesso! Chi sono i Volontari, quanti sono, che cosa fanno, come vi organizzate?
A.D.C.: I Volontari negli ultimi anni sono stabilizzati attorno alle settecento unità e noi li impieghiamo in tutti i vari settori che servono per realizzare il Festival: sono ragazzi dai sedici anni in su, ma anche persone più in là con gli anni che decidono di prendersi un periodo di ferie per dare il loro contributo. I servizi in cui sono impiegati sono i più varii: dall’accoglienza sui luoghi degli eventi alla vendita dei biglietti, dall’informazione al pubblico all’accompagnamento degli Autori da e per gli aeroporti, o tutto il lavoro di documentazione audio, video e fotografica di tutto ciò che viene fatto durante il Festival, che serve per il nostro archivio. Ogni anno, come dicevo, sono circa settecento i ragazzi coinvolti: vengono da Mantova, ma anche, circa duecentocinquanta, da fuori città e fuori provincia.
G.: E questo è bellissimo. Adesso, prima di lasciarla ai suoi impegni, un consiglio: organizzarsi in anticipo per i biglietti, e dunque per la partecipazione agli eventi, o ci si può avventurare anche all’ultimo minuto?
A.D.C.: Se si ha già in mente un percorso molto chiaro, con Autori che si vogliono assolutamente seguire, è sempre conveniente prenotare i biglietti; se, invece, si è un po’ più aperti alla scoperta, a conoscere anche cose nuove, si può venire con meno prenotazioni o con un programma meno strutturato, scoprendo anche eventi che non sono a prenotazione ((perché non va dimenticato, come dicevo prima, che ci sono oltre cento incontri e esperienze laboratoriali che sono accessibili senza prenotazione). Fra questi ci sono proposte interessantissime: “Accenti”, in Piazza Sordello, (dove alcuni Autori fanno brevi interventi che riguardano loro curiosità particolari, loro passioni e interessi), oppure tutto il programma di film e documentari di “Pagine nascoste” su libri e letteratura, dove si scoprono personaggi o storie letterarie poco conosciute, o anche il ciclo, sempre in Piazza Sordello, sulle “Parole del cibo”, in cui invitiamo gli Autori a darci un vocabolario minimo della cucina e dell’alimentazione nel terzo millennio. Tutti questi eventi sono a ingresso libero e si può andare direttamente sul luogo, senza ricorrere alla prenotazione. Quindi, sono vie entrambe percorribili e credo diano soddisfazione entrambe.
G.: E a proposito di vie percorribili, finiamo con una battuta, perché l’ultimo consiglio che le chiedo penso sia scontato: bisogna arrivare con scarpe comode?
A.D.C.: Sì, assolutamente! Certo, Mantova è molto piccola e molto bella anche da girare a piedi, però è bene (calzarle: ndr), visto che l’offerta è ricchissima, e dalle nove del mattino alla sera inoltrata ci sono incontri, e il partecipante corre da una parte all’altra della città. Gli eventi, come lei diceva giustamente prima, valorizzano tutto il patrimonio artistico e architettonico della città, da palazzo San Sebastiano a palazzo Ducale, a nuovi luoghi che vengono scoperti ogni anno (quest’anno ci sarà, per esempio, la possibilità di una visita guidata alla Torre dell’orologio quattrocentesco): tutti questi luoghi, alcuni noti, altri meno, cercano di valorizzare la dimensione cittadina come dimensione del Festival, per stare insieme e confrontarsi. Quindi: scarpe comode, assolutamente!