Gli incontri per me sono importanti perché per me lo sono le persone. Dunque, questo è il mio saluto non ad una scrittrice, non a una intellettuale combattiva (lo lascio ad altri, ora non mi interessa), ma ad una donna libera e intelligente. E il suo coraggio mi commuove.
I cavalli migliori si vedono alla fine della corsa.
Il mio ricordo di Michela Murgia non passa da una intervista, ma da un sorriso, un caffè e una fotografia.
Milano, 2017: sono a “Tempo di libri”, l’importante manifestazione che i grandi Editori hanno organizzato a Rho, secondo qualcuno in contrasto, o solo competizione, con il Salone di Torino.
Sto facendo una pausa e mi trovo nella sontuosa Sala Stampa, che assomiglia (pericolosamente?) a un raffinato lounge-bar, con camerieri compunti nella loro elegante uniforme di servizio.
(Se vi va, potete rileggere la mia cronaca semi-seria di quella giornata.
Ecco il link :
http://www.giancarlapaladini.it/cronaca-semiseria-cronista-tempo-libri-2017/).
Sto salutando con grande piacere due Autori, Marco Balzano e Fabio Genovesi, che avevo intervistato telefonicamente qualche tempo prima.
Fra le altre cose commento, non senza un sorriso ironico, l’opulenza inattesa della sala stampa gremita di colleghi al lavoro sì, ma armati di caffè, brioche e altre abbondanti squisitezze: di solito le sale stampa sono molto, molto più spartane.
Lì accanto c’è Michela Murgia, che parla con questo e quello, solare, decisa: non so se mi abbia sentito, mi guarda con quel suo sguardo acuto, come a scrutarmi, ma sorridente.
Ricambio il sorriso e mi presento, lei mi stringe la mano, scambia qualche battuta e quando chiedo ai due scrittori una foto per il mio blog:
“Posso esserci anche io nella foto con voi?” chiede, lo sguardo divertito, il sorriso aperto, sicura di sé: è la scrittrice del momento, è il personaggio più dirompente, la amano o la detestano senza mezze misure, come succede alle persone libere e intelligenti, e dunque la sua è una domanda retorica; ovviamente, e molto volentieri, acconsento.
La sala è piena, molti la salutano, altri ci passano davanti: tutti scortesi, perché è evidente che siamo “in posa” e ci interrompono.
Però, invece di stizzirci, ci viene da ridere.
Servirà più di qualche scatto per trovare quello giusto: questo che vedete.
Dopo la foto e un saluto veloce, si allontana e ricomincia a parlare con questo e quello, a suo perfetto agio fra sorrisi benevoli e altri meno.
Michela Murgia, il suo carattere, la sua personalità, per me sono in questa immagine e in questo piccolo ricordo.
A volte basta poco per capire una persona.